Una proposta di variazione dell’art. 322 del Regolamento di attuazione del Codice della strada

Il D.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495 (Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada), aggiornato l’ultima volta nel 2007, riporta all’art. 322 i requisiti visivi necessari per la conduzione di autoveicoli a motore: “Per il conseguimento, la conferma di validità o la revisione della patente di guida per motoveicoli ed autoveicoli di qualsiasi categoria è necessario che il richiedente possegga campo visivo normale e senso cromatico sufficiente per distinguere rapidamente e con sicurezza i colori in uso nella segnaletica stradale, una sufficiente visione notturna e la visione binoculare. omissis“.

Nella consuetudinaria confusione che viene fatta tra “riconoscere un colore” per poter “riconoscere un segnale”, cade il problema dei daltonici. Infatti, il binomio “colore-messaggio” funziona diversamente per i daltonici, i quali se anche non sono in grado di dare un nome ad un colore, sono comunque in grado di interpretarne il messaggio grazie non solo alla capacità cromatica comunque presente, ma anche dalla forma e dalla posizione dei segni. Sfido chiunque a non saper interpretare un segnale di Stop riprodotto in bianco e nero, i cartelli sono stati progettati appositamente per poter essere interpretati anche in assenza di colorazione. Per i semafori, non solo la posizione ma il colore stesso delle luci, anche se viste in modo differente dai daltonici, sono elementi più che sufficienti per la sua comprensione. Si capisce quindi come continuare a valutare la capacità cromatica di una persona per dedurne di conseguenza la capacità di guida sia legato ad un modo di pensare superato e poco scientifico.

Oltre a tutto questo, il daltonismo è stato esplicitamente escluso dall’Unione europea dalle caratteristiche della visione che possano influire sulla guida, per cui di fatto negare la patente ai daltonici è illegale. Questo fin dalla prima versione della direttiva del 1991, come meglio spiegato ed approfondito nell’articolo “La patente di guida e il daltonismo: vent’anni di controlli inutili“.

La soluzione del problema parte quindi proprio dalla modifica del Regolamento, dove la frase “senso cromatico sufficiente per distinguere rapidamente e con sicurezza i colori in uso nella segnaletica stradale” dovrebbe cambiare in “capacità di distinguere rapidamente e con sicurezza la segnaletica stradale“, eliminando il riferimento al colore quale unico sistema di trasporto dell’informazione e anche come strumento di valutazione della capacità di guida. Una sfrondatura da poco che cambierebbe la vita a molte persone daltoniche, per il futuro, oltre a rendere finalmente la legislazione italiana conforme alla norma comunitaria.

Successivamente, sarà necessario modificare i protocolli sanitari per dotare i medici di nuovi mezzi per la determinazione della capacità di interpretazione corretta della segnaletica stradale.

Stefano De Pietro
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