Testo della lettera inviata al Ministro Mattioli, Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, chiedendo la modifica delle norme per i daltonici alla guida.
Egregio Ministro,
mi rivolgo al Ministero dei Trasporti per portare alla sua attenzione il problema della patente di guida per i daltonici.
Attualmente, l’articolo 322 del Regolamento di attuazione del Codice della strada indica ai medici di verificare la capacità cromatica dell’esaminando, che deve essere “sufficiente per riconoscere i colori in uso nella segnaletica stradale”.
Ci sono alcuni buoni motivi per ritenere che questa impostazione del nostro codice vada contro la norma europea e anche contro il buon senso.
Il primo argomento riguarda la norma europea. La direttiva del 1991, aggiornata poi nel tempo, propone una serie di verifiche mediche da eseguire sull’esaminando, ma tra queste NON risulta il daltonismo. L’intenzione del Parlamento europeo è chiara: la voce è stata omessa per indicare la mancanza di impedimenti alla guida, per qualsiasi livello di patente e grado di età. Il fatto viene confermato da un documento del 2007, della Commissione delle petizioni, che esplicita chiaramente il parere della commissione medica che ha messo a punto l’allegato III della direttiva, che spiega che secondo il parere di molti oftalmologi europei il daltonismo non comporta alcun problema per la guida e non dovrebbe nemmeno essere controllato durante la visita medica. Già questo primo punto sarebbe sufficiente per appellarsi come cittadino comunitario alle norme sulle pari opportunità, in quanto alcune patenti “lavorative” come la C o quelle superiori sono negate in Italia ai daltonici mentre sono concesse in altri stati che applicano la direttiva nel modo corretto.
Il secondo argomento richiama invece una logica che sembra mancare al Ministero della Sanità:
- possibile che al volante ci siano tanti daltonici con la patente B, mentre gli stessi non potrebbero guidare un mezzo che richiede, ad esempio, una patente C?
- come è possibile che a seconda della commissione medica le valutazioni sulla capacità cromatica cambino al punto che la stessa persona, esaminata una prima volta, non passi l’esame mentre viene ritenuta idonea dalla commissione del ricorso?
- come mai per tutte le altre “malattie” sono indicati dei valori limite (in termine di capacità), mentre per il daltonismo non viene fatta nessuna misurazione e non esiste un dato oggettivo di valutazione se non “il sentimento” del medico esaminante? Il fatto che non esista una misura spiega quanto la cosa sia stata trascurata nella stesura del codice italiano.
E’ verificabile che i daltonici non sono statisticamente pericolosi al volante, e la segnaletica stradale viene compresa senza alcun problema nonostante la mancanza parziale di senso cromatico. Sono certo che, sia lei “normale” o “daltonico”, comprenderà i nostri argomenti come corretti.
Si tratta di una situazione senza alcuna logica. E’ evidente che i vostri consulenti scientifici in materia non conoscono a fondo l’argomento, se ancora pensano che un daltonico possa passare col semaforo rosso solamente perché non sa dare il nome del colore ad una lana colorata (sui test usati potremmo facilmente obbiettare che anche il medico potrebbe essere daltonico e che quindi potrebbe sbagliare comunque una esame per sua incapacità). Io sfido qualsiasi medico a trovare un daltonico che non sia in grado di fermarsi o di passare interpretando correttamente un semaforo.
Non stiamo parlando di fantascienza o di “quattro gatti”: i daltonici sono il 10% dei maschi, 2 milioni di persone solo in Italia, alle quali si aggiungono un 1% di donne, approssimativamente. Tutte persone già vessate sul lavoro per norme ottocentesche, e che in più subiscono questa ingiustizia nel momento di procurarsi una patente indispensabile per lavorare e per vivere.
Chiedo quindi un contatto, abbiamo una proposta di modifica dell’articolo 322 che consentirebbe, con una semplice modifica normativa ed una circolare ai medici autorizzati alle visite, di risolvere senza alcuna spesa la situazione per questo 5% di italiani. Abbiamo anche una mostra sull’argomento, che spazia dall’arte fino alla ricaduta sociale, ai lavori negati, alla visione della televisione: riteniamo che un interesse del Ministero potrebbe dare alla nostra campagna sul daltonismo un aiuto per la divulgazione.
In Parlamento il 10% dei parlamentari e dei senatori maschi sono daltonici, così come i suoi collaboratori: chieda il parere ad alcuni di loro e vedrà che si stupirà di quanto ancora “ci si vergogni” di essere daltonici per effetto del comportamento alienante della società nei nostri confronti.
Allego due link ai documenti. Sul sito potrà trovare molto di più.
http://www.comevedonoidaltonici.com/?p=142 articolo “Daltonismo e patente di guida: vent’anni di controlli inutili”
http://www.comevedonoidaltonici.com/?p=731 proposta di variazione del cds
Ringrazio per l’attenzione
Stefano De Pietro
Promotore dell’iniziativa “Come vedono i daltonici”