Disordine legislativo: cambiano i colori dei semafori

L’Ufficio complicazioni cose semplici colpisce ancora una volta. Da molto tempo i semafori, uguali in tutta Italia, hanno abituato l’occhio dei daltonici a determinate tonalità di colore per le quali una grande differenza tra il “verde” e gli altri colori consentiva una lettura sicura, anche a distanza, del semaforo.

Sono adesso apparsi in alcuni incroci dei “nuovi” semafori, sempre con la luce di tipo tradizionale ad incandescenza, che hanno però una luce “verde” diversa dal solito, che tende molto al giallo, motivo per il quale i daltonici rosso/verde tendono a confonderla con le altre due luci (il giallo e il rosso). Quindi, l’infondata paura che i daltonici passino con il rosso, motivo della vessazione alla quale siamo sottoposti, si amplia adesso con la certezza che si possano fermare con il verde, percependo questo segnale come fosse un giallo, perlomeno da lontano, quando la posizione della luce non è facilmente rilevabile.

Anche i nuovi semafori a led, a bassissimo consumo, presentano dei problemi. Prima di tutto si è persa un’ottima occasione per differenziare maggiormente il rosso e il giallo, in modo da renderli distinguibili anche ai daltonici. La luce “verde”, percepita come bianco, andrebbe benissimo, essendo come sensazione cromatica molto simile a quella dei vecchi semafori, però è troppo luminosa, davvero abbagliate di notte, al punto che crea il pericolo di non riuscire a vedere bene oltre la linea del semaforo. Un eventuale ostacolo in mezzo all’incrocio potrebbe quindi essere oscurato dall’abbagliamento. “Consola” che è un problema generalizzato, non riservato ai soli daltonici. Ci si chiede come sia possibile riuscire a peggiorare un semaforo, che è un oggetto che viene costruito da cento anni.

Si rende necessaria una norma che regolamenti la tinta esatta delle tre luci e il loro livello luminoso, che tenga conto della presenza di tutti (daltonici e tricromatici), in modo da evitare problemi agli incroci.

Stefano De Pietro
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