Lettera all’On.le Renato Vittorio Lai

Testo della lettera inviata all’On.le Renato Vittorio Lai in data 8 novembre 2010, in risposta ad una sua richiesta di informazioni approfondita sul daltonismo. L’On.le Lai, membro del Consiglio della Regione Sardegna, è componente della VII Commissione permanente (Sanità, Igiene pubblica, Medicina sociale, Edilizia Ospedaliera, Servizi Sanitari e sociali, Assistenza, Igiene veterinaria, Personale delle UU.SS.LL.).


Egr. On.le Lai,
la ringrazio per l’interesse dimostrato sugli argomenti sviluppati da “Come vedono i daltonici”.

Come concordato le invio alcuni punti relativi alle pari opportunità, alla patente, ai semafori e alla società in generale. La lista non è esaustiva, anche se tocca quasi tutti gli argomenti. Resto a disposizione per qualsiasi approfondimento.

1. I daltonici sono circa il 10% della popolazione maschile, quindi un numero considerevole, al punto che non è corretto indicarli come una “minoranza”, semmai sono una “quota significativa della popolazione”. Solo in Italia si parla di 2 milioni di persone.

2. Come per la dislessia, è sbagliato attendere che i bambini abbiano effetti riscontrabili a scuola in età avanzata, occorre effettuare la diagnosi ambulatoriale in modo sistematico già dai primi anni di scuola o anche all’asilo. Non è possibile affidarsi alla capacità degli insegnanti di accorgersi che “qualcosa non va” ma, anzi, dovrebbero essere proprio questi ultimi ad essere informati, dal medico, del daltonismo di un bambino prima di iniziare la scuola. Quindi, una proposta è che nella scheda personale degli scolari sia inserita questa informazione in forma obbligatoria. In questo modo la formazione potrà proseguire tenendo conto della presenza di una visione ridotta dei colori. Tra le azioni da intraprendere, prima di tutto la spiegazione che essere daltonici non è una vergogna, ma anzi un motivo di interesse proprio per la differenza che viene coltivata dentro di sé. Un corso di aggiornamento sulla dislessia, per gli insegnanti, sarebbe il momento giusto per inserire anche argomenti riguardanti il daltonismo. Mi sto attivando con la Associazione Italiana Dislessia proprio in questo contesto.

3. Durante la diagnosi, occorre che il medico sia obbligato a spiegare prima di tutto il tipo esatto di daltonismo, il livello, e dare spiegazioni su come comportarsi con i colori. Sarebbe utile un opuscolo informativo per i daltonici e per i genitori/amici dei daltonici. I medici devono essere aggiornati su questo argomento, Come vedono i daltonici sta studiando interventi formativi in tal senso.

4. I daltonici non sono solo bambini, esiste una gran quantità di persone adulte che non sanno di avere dei diritti e non capiscono cosa significhi essere daltonici in termine di visione (un deuteranope adulto vi dirà che vede il verde …). Occorre quindi una campagna di informazione sul daltonismo volta a creare la coscienza della differenza nei daltonici stessi e spiegare l’effetto sociale della propria condizione, comprese le correzioni necessarie.

5. Alla guida di auto e moto ci sono centinaia di migliaia di daltonici. Però, per la patente di guida, l’Italia persevera con i controlli sul daltonismo intendendolo come uno sbarramento nel caso di un uso “lavorativo”. Invece secondo i dettami della UE, tale limitazione della visione dei colori non comporta “per definizione” alcun ostacolo alla guida. Quindi la norma italiana deve essere adattata per recepire nel modo corretto la direttiva comunitaria. Chi avesse subito un danno dal comportamento lesivo dello Stato italiano, ha diritto ad un giusto indennizzo. Per questi argomenti si vedano:
http://www.comevedonoidaltonici.com/?p=142
http://www.comevedonoidaltonici.com/?p=731.
Poiché già al momento è il medico che decide come comportarsi con un daltonico ed ha in mano la decisione, un intervento a livello regionale potrebbe cominciare a sbloccare la situazione in modo temporaneo, in attesa che il Parlamento legiferi in tal senso in modo definitivo. Poiché è evidente che guidare un pullman o un camion essendo daltonici pone dal punto di vista della abilità di guida esattamente le stesse condizioni che guidare un’automobile, in assenza di una uniformazione del comportamento dei medici in tal senso, l’unica risposta possibile per un daltonico è una causa legale contro il medico stesso (per una evidente e scientificamente comprovabile disomogeneità di comportamento) e contro il ministero stesso (per l’inapplicabilità della norma locale non omogenea con quella europea).

6. Rimanendo in tema automobilistico, i semafori oggi non sono normati dal punto di vista della temperatura di colore delle luci colorate, per cui si assiste a casi di semafori (anche nello stesso incrocio) che danno sensazioni cromatiche differenti. Questo comporta confusione ancora maggiore per i daltonici. L’ideale sarebbe inserire nel codice della strada un articolo sulla colorazione “esatta” che devono avere i segnali (codice Pantone, RGB e CMYK), scegliendo dei colori che massimizzino la fruibilità per tutti (se è distinguibile per un daltonico lo sarà a maggior ragione per un tricromatico). Anche la quantità di luce delle lampade influisce notevolmente sulla visione, per cui i semafori, oltre che il colore, dovrebbero avere una luminosità variabile a seconda delle condizioni di luce esterna.

7. Oggi il daltonismo viene considerato uno sbarramento per l’ingresso nel mondo del lavoro, anche se gli ultimi studi sulla visione ne hanno ridimensionato notevolmente l’incidenza. Occorre quindi una revisione dei termini per i quali un daltonico possa o non possa svolgere determinate mansioni, agendo in diverse direzioni:
riverificare, a fronte della visione daltonica, se la mansione o la norma sono compatibili;
quando non la fosse allo stato attuale, verificare se è possibile intervenire in modo semplice per superare la condizione di inaccessibilità, modificando le cause dell’incompatibilità. Questo vale soprattutto per le norme tecniche, nelle quali troppo facilmente si usano i colori rosso/verde legati a segnalazioni, anche di pericolo. Proprio sulle norme occorre svolgere un lavoro di controllo e stabilire nuovi standard di colore/segnalazione, adatti a tutti;
studiare quindi, in relazione al residuo di mansioni incompatibili, l’opportunità di inserire i lavoratori daltonici all’interno di liste protette per aiutarli a trovare lavoro dove sia possibile, evitando inutili offerte non adatte. A tale scopo, come per gli scolari, la proposta è di segnalare la condizione di daltonico all’interno dei database dell’ufficio provinciale del lavoro, così come nei database dei servizi privati, e di operare con i dovuti incroci per offrire ai daltonici solo mansioni compatibili.
Nell’accesso ai servizi, ai concorsi, ai beni, si fa talvolta uso di colori semplici per dare indicazioni, senza tenere conto della presenza dei daltonici. L’uso dei colori andrebbe regolamentato in modo da obbligare una verifica. Anche in editoria non esiste una sensibilità al problema della leggibilità (scritte verde su rosso, blu su rosso, rosso su blu, o su nero). Già poco leggibili ai tricromatici, diventano dei rebus per i daltonici. Esistono dei semplici accorgimenti per evitarlo.

8. Poter vedere come un daltonico, oltre che simpatico come curiosità da colmare, è anche utile per la creazione del concetto di differenza e dell’abitudine al rispetto reciproco, nei bambini e negli adulti. Non esiste nulla di più utile che far provare agli altri le proprie difficoltà per ottenere attenzione proprio nel superamento delle stesse. Quindi, sponsorizzare iniziative culturali come la mostra sul daltonismo, l’arte daltonica e un museo del daltonismo potrebbe essere un’azione sociale utile e meritevole di attenzione da parte del pubblico.

9. Per l’ottenimento del porto d’ami a scopo lavorativo, la visita medica comprende la verifica di assenza di daltonismo. Questo significa che un gioielliere daltonico non potrebbe difendersi … Mi chiedo come sia possibile che un daltonico non sia in grado di usare un’arma nel modo corretto.

10. Oggi la parola “daltonismo” viene utilizzata troppo frequentemente senza verificarne gli effetti tossici sulla vita delle persone. L’ultima norma sulla sicurezza pone il daltonismo come ostacolo per poter svolgere la funzione di addetto privato alla sicurezza. Ossia, un semplice “buttafuori” da discoteca non deve essere daltonico per potersi iscrivere alle liste del ministero. Ne deriva che, per legge, il 10% delle persone che svolgevano questo lavoro, lo perderanno.

11. In ambito medico, si tende a dimenticare la presenza dei daltonici anche in studi che abbiano a che fare con il colore (ad esempio lo studio della relazione tra colore e battito cardiaco non ha tenuto conto dei daltonici). In ambito tecnico, con l’uso di rosso e di verde nelle mappe di emergenza per lo sfollamento degli edifici, nei quadri sinottici, ecc.

Cordiali saluti
Stefano De Pietro
Come vedono i daltonici


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