Arte: Impressionisti daltonici, anzi, no.

Un bell’articolo che spiega come il concetto di “daltonismo” sia sempre associato a qualcosa di sgradevole, anche quando si tratta di maestri della pittura impressionisti.
http://www.tempusvitae.it/headlines/articolo_view.asp?ARTICOLO_ID=22231
(link non più funzionante ad agosto 2019)

Si legge: “Al cromatismo inusuale della pittura impressionista, il pubblico reagì inizialmente con grande incomprensione, e con insulti di ogni tipo. Fra i critici dominava l’idea che gli impressionisti avessero una qualche patologia oculistica, fossero daltonici o non in grado di riconoscere le forme, comunque con problemi alla vista. Nel 1877, su “Le Figaro” un critico scrisse sulla terza mostra del gruppo: “In generale, la mostra impressionista assomiglia a una raccolta di tele appena dipinte, su cui sia stato riversato un diluvio di crema al pistacchio, vaniglia e ribes”; e con queste parole sembra profetizzare la composizione cromatica dell’opera di Gustave Caillebotte Colline a Colombes del 1884. Ma negli anni in cui Caillebotte (1848-1894) dipinse questo quadro, si moltiplicarono le voci di comprensione e di riconoscimento, a cui si unì anche la fede in un’improvvisa guarigione della retina degli impressionisti.”

Nella foto, Gustave Caillebotte Colline, I boulevard di Parigi.

(Stefano De Pietro)

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